L’articolo esamina il ruolo dell’indipendenza della magistratura quale garanzia costituzionale contro il rischio di una “dittatura della maggioranza”, ponendo in evidenza come il sistema italiano contempli limiti giuridici al potere maggioritario volti a tutelare i diritti fondamentali e l’equilibrio democratico. Viene analizzata la funzione dell’ordine giudiziario in un ordinamento costituzionale che si fonda sulla separazione dei poteri, evidenziando le garanzie previste dalla Costituzione per salvaguardarne l’indipendenza, sia nei confronti degli altri poteri dello Stato, sia all’interno della stessa magistratura. Particolare attenzione è dedicata al Consiglio Superiore della Magistratura, inteso come organo di autogoverno funzionale alla tutela dell’indipendenza dei magistrati e alla corretta amministrazione della giustizia. In tale cornice si inserisce un’approfondita riflessione critica sulla recente proposta di riforma costituzionale che mira a separare le carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, istituendo due distinti Consigli superiori e una nuova Alta Corte disciplinare. Lo studio analizza l’impatto potenziale di tali modifiche sull’assetto costituzionale, soffermandosi sui rischi connessi alla politicizzazione dell’autogoverno della magistratura e alla possibile erosione delle garanzie di autonomia e indipendenza. L’articolo si chiude sottolineando come la salvaguardia di un ordine giudiziario realmente indipendente, libero da condizionamenti politici e da pressioni della maggioranza, rappresenti una condizione imprescindibile per la tenuta dello Stato di diritto e per il corretto equilibrio tra i poteri in una democrazia costituzionale.

L’indipendenza della magistratura quale limite essenziale, e dunque costituzionalmente garantito, a una possibile "dittatura” della maggioranza

Giada Rossi
2025-01-01

Abstract

L’articolo esamina il ruolo dell’indipendenza della magistratura quale garanzia costituzionale contro il rischio di una “dittatura della maggioranza”, ponendo in evidenza come il sistema italiano contempli limiti giuridici al potere maggioritario volti a tutelare i diritti fondamentali e l’equilibrio democratico. Viene analizzata la funzione dell’ordine giudiziario in un ordinamento costituzionale che si fonda sulla separazione dei poteri, evidenziando le garanzie previste dalla Costituzione per salvaguardarne l’indipendenza, sia nei confronti degli altri poteri dello Stato, sia all’interno della stessa magistratura. Particolare attenzione è dedicata al Consiglio Superiore della Magistratura, inteso come organo di autogoverno funzionale alla tutela dell’indipendenza dei magistrati e alla corretta amministrazione della giustizia. In tale cornice si inserisce un’approfondita riflessione critica sulla recente proposta di riforma costituzionale che mira a separare le carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, istituendo due distinti Consigli superiori e una nuova Alta Corte disciplinare. Lo studio analizza l’impatto potenziale di tali modifiche sull’assetto costituzionale, soffermandosi sui rischi connessi alla politicizzazione dell’autogoverno della magistratura e alla possibile erosione delle garanzie di autonomia e indipendenza. L’articolo si chiude sottolineando come la salvaguardia di un ordine giudiziario realmente indipendente, libero da condizionamenti politici e da pressioni della maggioranza, rappresenti una condizione imprescindibile per la tenuta dello Stato di diritto e per il corretto equilibrio tra i poteri in una democrazia costituzionale.
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