Benché episodi di occasionale apertura e movimentazione del tradizionale ‘pubblico della poesia’ non siano mancati anche nel secolo scorso, è nel primo scorcio del Duemila che la possibilità di inediti smarginamenti della letterarietà in versi nei circuiti del middle-brow e perfino del low-brow tocca un picco di intensità inatteso. L’emergere di una produzione poetica schiettamente ‘di successo’, rivolta a segmenti di pubblico diversi, meno o anche molto meno qualificati rispetto a quello dei tradizionali lettori di poesia, appare ormai fenomeno evidente e articolato: dai melensi versi-slogan di instapoets come Gio Evan o Francesco Sole alla sgangherata ma simpatica poesia/cabaret di Guido Catalano, fino ad autori come Candiani, Arminio, Gualtieri, Vivinetto. Il contributo si propone di indagare le ragioni e mappare le diversificate forme di manifestazione del fenomeno, adottando un approccio funzionalista ispirato al pensiero di Vittorio Spinazzola e alla sociologia di Pierre Bourdieu. Dopo aver fornito una classificazione verticale di autori e testi – collegati ai corrispondenti pubblici diriferimento – il saggio prosegue analizzando i presupposti estetici della poesia sub-istituzionale, descritti attraverso il confronto con assunti e credenze che dominano la poesia legittima. In ultimo, vengono esaminate nel dettaglio le caratteristiche stilistiche di questa produzione poetica, mettendone in evidenza la tendenza verso l’epidissi, l’oratoria e l’effusione sentimentale.

I pubblici della poesia: articolazioni della letterarietà in versi nell’Italia degli anni Duemila

Lorenzo Cardilli
Co-primo
;
2025-01-01

Abstract

Benché episodi di occasionale apertura e movimentazione del tradizionale ‘pubblico della poesia’ non siano mancati anche nel secolo scorso, è nel primo scorcio del Duemila che la possibilità di inediti smarginamenti della letterarietà in versi nei circuiti del middle-brow e perfino del low-brow tocca un picco di intensità inatteso. L’emergere di una produzione poetica schiettamente ‘di successo’, rivolta a segmenti di pubblico diversi, meno o anche molto meno qualificati rispetto a quello dei tradizionali lettori di poesia, appare ormai fenomeno evidente e articolato: dai melensi versi-slogan di instapoets come Gio Evan o Francesco Sole alla sgangherata ma simpatica poesia/cabaret di Guido Catalano, fino ad autori come Candiani, Arminio, Gualtieri, Vivinetto. Il contributo si propone di indagare le ragioni e mappare le diversificate forme di manifestazione del fenomeno, adottando un approccio funzionalista ispirato al pensiero di Vittorio Spinazzola e alla sociologia di Pierre Bourdieu. Dopo aver fornito una classificazione verticale di autori e testi – collegati ai corrispondenti pubblici diriferimento – il saggio prosegue analizzando i presupposti estetici della poesia sub-istituzionale, descritti attraverso il confronto con assunti e credenze che dominano la poesia legittima. In ultimo, vengono esaminate nel dettaglio le caratteristiche stilistiche di questa produzione poetica, mettendone in evidenza la tendenza verso l’epidissi, l’oratoria e l’effusione sentimentale.
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