Nella parte del lavoro di cui la scrivente è autrice, ci si propone di dimostrare, attraverso un'analisi di impianto sistemico-funzionale e linguistico-critico, che nel testo delle due decisioni unanimi della Corte Suprema degli Stati Uniti in materia di suicidio assistito (26 giugno 1997, Washington v. Glucksberg e Vacco v. Quill) la Corte costruisce rapporti asimmetrici di potere, basati sui costrutti di "causation" e "intent", che danno luogo ad apparenti contraddizioni logiche nel tessuto argomentativo delle sentenze. Tali contraddizioni sono riconducibili all'interazione, nel testo, di due livelli di "tenor of discourse" (individual v. institutional) e sono evidenziabili soprattutto nel confronto tra "opinione di maggioranza" (in questi due casi, come già detto, unanime) e singole "opinioni individuali" solo formalmente, sembrerebbe, a sostegno ("concurrences"), in particolare quella del giudice Stevens. L'analisi propone di indagare le apparenti contraddizioni individuando due tipi di contesto ("context of decision-making" e "context of opinion grounding") e correlandoli alle loro realizzazioni linguistiche. Viene così messa in luce la compresenza, all'interno della singola opinione e dell'opinione di maggioranza, di "voci" istituzionali/collettive e di "voci" individuali, che vengono "focalizzate", nei due tipi di "opinione", per scopi argomentativi diversi, sia pur complementari. Ne emerge quello che viene definito "ideological complex", attraverso cui la Corte e il singolo giudice costruiscono, ognuno per sé, "ruoli" socio-istituzionali diversi (con valenza rispettivamente centripeta e centrifuga).
Supreme revolutions. Equity, symmetry and argument in end-of-life decisions
VASTA, Nicoletta
2001-01-01
Abstract
Nella parte del lavoro di cui la scrivente è autrice, ci si propone di dimostrare, attraverso un'analisi di impianto sistemico-funzionale e linguistico-critico, che nel testo delle due decisioni unanimi della Corte Suprema degli Stati Uniti in materia di suicidio assistito (26 giugno 1997, Washington v. Glucksberg e Vacco v. Quill) la Corte costruisce rapporti asimmetrici di potere, basati sui costrutti di "causation" e "intent", che danno luogo ad apparenti contraddizioni logiche nel tessuto argomentativo delle sentenze. Tali contraddizioni sono riconducibili all'interazione, nel testo, di due livelli di "tenor of discourse" (individual v. institutional) e sono evidenziabili soprattutto nel confronto tra "opinione di maggioranza" (in questi due casi, come già detto, unanime) e singole "opinioni individuali" solo formalmente, sembrerebbe, a sostegno ("concurrences"), in particolare quella del giudice Stevens. L'analisi propone di indagare le apparenti contraddizioni individuando due tipi di contesto ("context of decision-making" e "context of opinion grounding") e correlandoli alle loro realizzazioni linguistiche. Viene così messa in luce la compresenza, all'interno della singola opinione e dell'opinione di maggioranza, di "voci" istituzionali/collettive e di "voci" individuali, che vengono "focalizzate", nei due tipi di "opinione", per scopi argomentativi diversi, sia pur complementari. Ne emerge quello che viene definito "ideological complex", attraverso cui la Corte e il singolo giudice costruiscono, ognuno per sé, "ruoli" socio-istituzionali diversi (con valenza rispettivamente centripeta e centrifuga).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.