Nell'ambito della monografia dedicata ai monumenti-ossario ai caduti della “grande guerra”, il contributo, avvalendosi di documentazione inedita rinvenuta principalmente presso l’Archivio del Commissariato per le onoranze ai caduti in guerra e l’Archivio centrale dello Stato, considera i progetti architettonici in funzione dei significati simbolici che sono chiamati ad esprimere e attua una prima ricostruzione delle strategie a questo proposito messe in atto dal fascismo. Dopo una premessa dedicata ad illustrare come si tratti di una storia a pieno titolo inserita nel “moderno”, si prendono in considerazione: la problematica situazione degli anni Venti, il veto alla realizzazione del grande Monumento-ossario sul Colle San Michele e la travagliata vicenda di quello per Cima Grappa come esempi di una concezione monumentale e di un’espressione simbolica non collimanti con le aspettative di Mussolini; le prime realizzazioni avviate a seguito di un deciso accentramento decisionale, ma che non costituiscono ancora una compiuta espressione della “nuova era” e del culto dello spirito guerriero che si tende a sovraimporre a quello del soldato caduto; l’innovativo approccio al tema proposto da Giovanni Greppi e Giannino Castiglioni ed il paradosso delle loro opere nella seconda metà degli anni trenta, ad un tempo “organiche” alle volontà del duce ed espressione di una rarefatta e pluri-semantica concezione monumentale.

Dal monumento al fante ad una nuova tipologia monumentale

ZAGNONI, Stefano
1996-01-01

Abstract

Nell'ambito della monografia dedicata ai monumenti-ossario ai caduti della “grande guerra”, il contributo, avvalendosi di documentazione inedita rinvenuta principalmente presso l’Archivio del Commissariato per le onoranze ai caduti in guerra e l’Archivio centrale dello Stato, considera i progetti architettonici in funzione dei significati simbolici che sono chiamati ad esprimere e attua una prima ricostruzione delle strategie a questo proposito messe in atto dal fascismo. Dopo una premessa dedicata ad illustrare come si tratti di una storia a pieno titolo inserita nel “moderno”, si prendono in considerazione: la problematica situazione degli anni Venti, il veto alla realizzazione del grande Monumento-ossario sul Colle San Michele e la travagliata vicenda di quello per Cima Grappa come esempi di una concezione monumentale e di un’espressione simbolica non collimanti con le aspettative di Mussolini; le prime realizzazioni avviate a seguito di un deciso accentramento decisionale, ma che non costituiscono ancora una compiuta espressione della “nuova era” e del culto dello spirito guerriero che si tende a sovraimporre a quello del soldato caduto; l’innovativo approccio al tema proposto da Giovanni Greppi e Giannino Castiglioni ed il paradosso delle loro opere nella seconda metà degli anni trenta, ad un tempo “organiche” alle volontà del duce ed espressione di una rarefatta e pluri-semantica concezione monumentale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/681388
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