"In ciò che sarà stato piantato sia immune se, non costretti in guerra, centouno cittadini adulti scelti fra i migliori decidano che vengano aggiunti al numero complessivo almeno duecento maschi adulti abili alle armi quali coloni di rincalzo": così la clausola centrale (A 6-9) del tethmos locrese noto come "bronzo Pappadakis" (presumibilmente emanato dalla polis di Naupatto e per il quale sono state proposte datazioni che vanno dall'ultimo quarto del VI alla metà del V secolo a.C.), di cui vengono proposte una nuova traduzione e una nuova conseguente interpretazione. Il tethmos, che fa seguito a un precedente provvedimento di (ri)distribuzione della terra per noi perduto, appare emanato in occasione di un imprevisto e grave evento bellico che sottrae gli uomini abili alle armi (andres axxiomachoi) ai lotti di terra appena (ri)distribuiti: la polis prende ogni precauzione perché essi non restino incolti per la durata della guerra, imponendo che vengano affidati alle cure di "occupanti" temporanei (gli epinomoi, che non possono intendersi né come "pastori" né come "eredi"); prevede inoltre un numero massimo di perdite umane tollerabili, superato il quale si ricorrerà a coloni stranieri di rincalzo (epiwoikoi) che saranno a tutti gli effetti integrati nel corpo civico, mediante esplicita garanzia di asylia. La parte finale del tethmos (B 2-5), redatta a fine conflitto, ordina appunto la consegna agli epiwoikoi - la cui introduzione si è dunque resa necessaria - dei lotti di terra rimasti privi del titolare, morto in guerra (koiloi moroi, espressione da considerarsi affine alla più nota oikoi eremoi). Non è infine da escludere che il tethmos sia stato emanato durante il secondo conflitto persiano - né che i Locresi di Naupatto abbiano preso parte ad esso a fianco del barbaro.

Decidere in guerra - pensare alla pace. Il caso del 'bronzo Pappadakis' (IG IX 1[2], 3, 609)

ZUNINO, Maddalena Luisa
2007-01-01

Abstract

"In ciò che sarà stato piantato sia immune se, non costretti in guerra, centouno cittadini adulti scelti fra i migliori decidano che vengano aggiunti al numero complessivo almeno duecento maschi adulti abili alle armi quali coloni di rincalzo": così la clausola centrale (A 6-9) del tethmos locrese noto come "bronzo Pappadakis" (presumibilmente emanato dalla polis di Naupatto e per il quale sono state proposte datazioni che vanno dall'ultimo quarto del VI alla metà del V secolo a.C.), di cui vengono proposte una nuova traduzione e una nuova conseguente interpretazione. Il tethmos, che fa seguito a un precedente provvedimento di (ri)distribuzione della terra per noi perduto, appare emanato in occasione di un imprevisto e grave evento bellico che sottrae gli uomini abili alle armi (andres axxiomachoi) ai lotti di terra appena (ri)distribuiti: la polis prende ogni precauzione perché essi non restino incolti per la durata della guerra, imponendo che vengano affidati alle cure di "occupanti" temporanei (gli epinomoi, che non possono intendersi né come "pastori" né come "eredi"); prevede inoltre un numero massimo di perdite umane tollerabili, superato il quale si ricorrerà a coloni stranieri di rincalzo (epiwoikoi) che saranno a tutti gli effetti integrati nel corpo civico, mediante esplicita garanzia di asylia. La parte finale del tethmos (B 2-5), redatta a fine conflitto, ordina appunto la consegna agli epiwoikoi - la cui introduzione si è dunque resa necessaria - dei lotti di terra rimasti privi del titolare, morto in guerra (koiloi moroi, espressione da considerarsi affine alla più nota oikoi eremoi). Non è infine da escludere che il tethmos sia stato emanato durante il secondo conflitto persiano - né che i Locresi di Naupatto abbiano preso parte ad esso a fianco del barbaro.
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