Quello di S. Vito al Tagliamento, di cui questo saggio ricostruisce, avvalendosi del ricco archivio aziendale depositato, ma non ancora inventariato, all'Archivio di Stato di Pordenone, gli antefatti, la fase d'impianto e gli sviluppi fino alla 'grande depressione' degli anni '30, fu per molti anni l'Essiccatoio cooperativo bozzoli in grado di vantare il più cospicuo ammasso di gallette (attestatosi in alcuni anni sui 250-300.000 kg) tra tutte le omologhe cooperative del Friuli e quindi, presumibilmente, anche a livello nazionale. Nell'importante centro agricolo e commerciale del Friuli occidentale, che era il più popoloso comune della provincia dopo Udine e Pordenone, prese piede nel 1920, come in altri capoluoghi di mandamento, una società cooperativa imperniata su un rigoroso mutualismo e finalizzata alla raccolta, essiccazione, cernita, conservazione e vendita collettiva dei bozzoli conferiti da parecchie centinaia di soci, perlopiù piccoli bachicoltori esposti alle manovre ribassistiche di incettatori e speculatori. Di tale inedita cooperativa, la cui genesi fu favorita dall'adozione degli innovativi impianti di stufatura dei bozzoli a corrente d'aria calda affermatisi a partire da fine '800, si sono documentati la compagine sociale e il capitale sottoscritto, l'entità dei finanziamenti cui si ricorse per l'acquisto di attrezzature e fabbricati, come pure per provvedere alle anticipazioni da corrispondere ai portatori di bozzoli, l'assetto impiantistico e le tecnologie utilizzate (e i non sempre facili rapporti con le ditte costruttrici), il personale impiegato nelle campagne bacologiche, i problemi organizzativi e gestionali emersi, le politiche di vendita e i rapporti con il mercato bozzoli che faceva capo a Milano, le svariate iniziative a vantaggio dei soci, come le camere d'incubazione del seme bachi. L'Essiccatoio sanvitese si distinse anche come fautore di forme collaborative, di "imprenditorialità associata", con gli altri essiccatoi friulani, sfociate nel 1927 nell'Ufficio unico di vendita.

L'Essiccatoio cooperativo bozzoli di S. Vito al Tagliamento nel rilancio della bachicoltura veneto-friulana (1920-34)

BOF, Frediano
2010-01-01

Abstract

Quello di S. Vito al Tagliamento, di cui questo saggio ricostruisce, avvalendosi del ricco archivio aziendale depositato, ma non ancora inventariato, all'Archivio di Stato di Pordenone, gli antefatti, la fase d'impianto e gli sviluppi fino alla 'grande depressione' degli anni '30, fu per molti anni l'Essiccatoio cooperativo bozzoli in grado di vantare il più cospicuo ammasso di gallette (attestatosi in alcuni anni sui 250-300.000 kg) tra tutte le omologhe cooperative del Friuli e quindi, presumibilmente, anche a livello nazionale. Nell'importante centro agricolo e commerciale del Friuli occidentale, che era il più popoloso comune della provincia dopo Udine e Pordenone, prese piede nel 1920, come in altri capoluoghi di mandamento, una società cooperativa imperniata su un rigoroso mutualismo e finalizzata alla raccolta, essiccazione, cernita, conservazione e vendita collettiva dei bozzoli conferiti da parecchie centinaia di soci, perlopiù piccoli bachicoltori esposti alle manovre ribassistiche di incettatori e speculatori. Di tale inedita cooperativa, la cui genesi fu favorita dall'adozione degli innovativi impianti di stufatura dei bozzoli a corrente d'aria calda affermatisi a partire da fine '800, si sono documentati la compagine sociale e il capitale sottoscritto, l'entità dei finanziamenti cui si ricorse per l'acquisto di attrezzature e fabbricati, come pure per provvedere alle anticipazioni da corrispondere ai portatori di bozzoli, l'assetto impiantistico e le tecnologie utilizzate (e i non sempre facili rapporti con le ditte costruttrici), il personale impiegato nelle campagne bacologiche, i problemi organizzativi e gestionali emersi, le politiche di vendita e i rapporti con il mercato bozzoli che faceva capo a Milano, le svariate iniziative a vantaggio dei soci, come le camere d'incubazione del seme bachi. L'Essiccatoio sanvitese si distinse anche come fautore di forme collaborative, di "imprenditorialità associata", con gli altri essiccatoi friulani, sfociate nel 1927 nell'Ufficio unico di vendita.
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