Abstract Nel presente paper si intende sostenere la necessità di un nuovo approccio alla pianificazione delle infrastrutture nazionali ed alla programmazione dei grandi assi multimodali, in modo da focalizzarsi maggiormente su quelle infrastrutture e quei territori che, in quanto posizionati lungo le principali direttrici di traffico europee, potrebbero caratterizzarsi, in tempi non “biblici”, come gateway europee in territorio italiano. Si sostiene che diversi strumenti programmatori che si sono alternati nell’ultimo decennio in Italia non hanno saputo individuare quei pochi veri hub portuali ed interportuali in grado di garantire effettivamente l’accesso ai grandi network internazionali e generare benefici economici già nel breve-medio termine, preferendo adottare, invece, visioni proiettate su scenari futuri, largamente incerti o mutevoli. E’ il caso del Friuli Venezia Giulia, inquadrato nella Piattaforma Logistica del Nord-Est, dove strategie infrastrutturali, logistiche ed industriali incardinate su un ipotetico Corridoio V, anziché sull’esistente (ma non ancora riconosciuto nelle mappe europee) corridoio Adriatico-Baltico, hanno finito per trascurare fondamentali infrastrutture esistenti (ferrovia Pontebbana, Interporto di Cervignano) e zone industriali. Il caso analizzato suggerisce l’ipotesi che il riaggancio del nostro paese all’intera rete europea dei trasporti e della logistica possa essere rappresentato, non tanto dal Corridoio V, quanto dagli assi che si sviluppano lungo la direttrice nord-sud (Corridoi 24, 1 ed Adriatico-Baltico) e che connettono i potenziali gateway europei del Mediterraneo settentrionale (Alto Adriatico e Alto Tirreno) alle aree più produttive d’Europa.
Ripensare le Piattaforme Logistiche: il Caso del Gateway dell’Alto Adriatico
FABBRO, Sandro
2011-01-01
Abstract
Abstract Nel presente paper si intende sostenere la necessità di un nuovo approccio alla pianificazione delle infrastrutture nazionali ed alla programmazione dei grandi assi multimodali, in modo da focalizzarsi maggiormente su quelle infrastrutture e quei territori che, in quanto posizionati lungo le principali direttrici di traffico europee, potrebbero caratterizzarsi, in tempi non “biblici”, come gateway europee in territorio italiano. Si sostiene che diversi strumenti programmatori che si sono alternati nell’ultimo decennio in Italia non hanno saputo individuare quei pochi veri hub portuali ed interportuali in grado di garantire effettivamente l’accesso ai grandi network internazionali e generare benefici economici già nel breve-medio termine, preferendo adottare, invece, visioni proiettate su scenari futuri, largamente incerti o mutevoli. E’ il caso del Friuli Venezia Giulia, inquadrato nella Piattaforma Logistica del Nord-Est, dove strategie infrastrutturali, logistiche ed industriali incardinate su un ipotetico Corridoio V, anziché sull’esistente (ma non ancora riconosciuto nelle mappe europee) corridoio Adriatico-Baltico, hanno finito per trascurare fondamentali infrastrutture esistenti (ferrovia Pontebbana, Interporto di Cervignano) e zone industriali. Il caso analizzato suggerisce l’ipotesi che il riaggancio del nostro paese all’intera rete europea dei trasporti e della logistica possa essere rappresentato, non tanto dal Corridoio V, quanto dagli assi che si sviluppano lungo la direttrice nord-sud (Corridoi 24, 1 ed Adriatico-Baltico) e che connettono i potenziali gateway europei del Mediterraneo settentrionale (Alto Adriatico e Alto Tirreno) alle aree più produttive d’Europa.File | Dimensione | Formato | |
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