L’esistenza nel Friuli di età patriarcale di due affiliazioni cividalesi dell’ospedale di S. Spirito in Sassia di Roma (anche se il sodalizio ebbe una durata relativamente breve) rappresenta una novità per chi si è occupato dell’argomento, oltre che la conferma della vivacità nel proliferare delle succursali in un’età, quella della cosiddetta cattività avignonese, in cui si credeva invece che l’Ente romano avesse subìto una battuta d’arresto alla sua fase espansiva. Mentre la filiale di Gemona - ben più conosciuta e di più antica fondazione - nel corso del Trecento attraversava una profonda fase di declino, a causa di una serie di distruzioni che ne richiesero la riedificazione e continui interventi da parte tanto dei precettori di Roma, quanto dei patriarchi di Aquileia, nello stesso arco di tempo e in quella che allora era la prima cittadina della regione, la fraterna di S. Maria dei Battuti e quella dei Fabbri di Cividale, poi intitolata a S. Spirito, vivevano il loro momento di massimo fulgore.

Cividale e Gemona. Tre ospizi nel Friuli di età patriarcale e il loro legame con S. Spirito in Sassia

SCARTON, Elisabetta
2011-01-01

Abstract

L’esistenza nel Friuli di età patriarcale di due affiliazioni cividalesi dell’ospedale di S. Spirito in Sassia di Roma (anche se il sodalizio ebbe una durata relativamente breve) rappresenta una novità per chi si è occupato dell’argomento, oltre che la conferma della vivacità nel proliferare delle succursali in un’età, quella della cosiddetta cattività avignonese, in cui si credeva invece che l’Ente romano avesse subìto una battuta d’arresto alla sua fase espansiva. Mentre la filiale di Gemona - ben più conosciuta e di più antica fondazione - nel corso del Trecento attraversava una profonda fase di declino, a causa di una serie di distruzioni che ne richiesero la riedificazione e continui interventi da parte tanto dei precettori di Roma, quanto dei patriarchi di Aquileia, nello stesso arco di tempo e in quella che allora era la prima cittadina della regione, la fraterna di S. Maria dei Battuti e quella dei Fabbri di Cividale, poi intitolata a S. Spirito, vivevano il loro momento di massimo fulgore.
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