Una pluralità di forme di scrittura e di mezzi di produzione del suono, scaturita dalla sperimentazione musicale nel secondo Novecento, pone all’Analisi musicale il compito di ridefinire l’oggetto della sua indagine, ripensando i metodi e le tecniche che essa ha potuto elaborare mantenendosi entro i confini dei sistemi di notazione. Per rispondere agli interrogativi che le sono congeniali sul modo di articolarsi dell’opera e sul funzionamento delle strategie messe in atto dal compositore, l’analisi della musica contemporanea si deve misurare con una varietà di mezzi espressivi che concorrono alla costituzione di singole opere: forme simboliche di notazione e sintesi elettronica del suono, tecniche di orchestrazione e interazione live con l’elaboratore elettronico. L’intreccio di queste pratiche compositive, dissolvendo ogni quadratura testuale, obbliga a ripensare concetti fondanti l’interpretazione musicale e in primo luogo le nozioni di scrittura e di materiale musicale. Oggi è ormai chiaro che fin dagli anni Settanta la società dell’informazione ha modificato nella sostanza il rapporto della musica con la macchina, il musicista non opera solo 'con' la tecnologia ma 'nella' tecnologia, e si trova ad agire in un plesso di apparati, dispositivi elettronici e strumenti acustici. Ne consegue che le nozioni di scrittura e di materiale non possono prescindere dalla comprensione degli strumenti tecnico-scientifici di elaborazione dell’audio e dell’immagine utilizzati per la composizione, poiché ne sono parte integrante. Si tratta quindi di superare la visione dell’analisi musicale come pura esplicazione finalizzata a produrre enunciati e meri rendiconti dell’opera e aprire alla concezione sistemica la via interpretativa della produzione della conoscenza. Ciò significa porre al centro dei compiti dell’analisi della musica mista la ricostruzione del processo di creazione, coniugato nei vari momenti compositivi e tecnologici in rapporto con l’intero sistema compositivo; essa deve stare alla base di ogni processo d’interpretazione della forma finale dell’opera musicale mista. Il secondo punto essenziale della nostra analisi è dato dal venir meno del principio di causalità logica dell’antecedente e conseguente a vantaggio della ricerca del comportamento e delle retroazioni del sistema compositivo. In termini propriamente strumentali si tratta di sostituire alla decomposizione dell’oggetto dell’analisi tradizionale l’articolazione del progetto sistemico, e quindi alla strategia cartesiana della parcellizzazione rispondere con una strategia di modellizzazione in grado di rendere l’opera intellegibile attraverso una comprensione progettuale: interpretare l’opera rigenerandola (in vitro) in laboratorio. Questo costituisce il vero obiettivo di un’analisi musicale che voglia assumersi il compito di essere un laboratorio di avviamento alla composizione.

Teorie e interpretazioni nell'analisi della musica mista

ORCALLI, Angelo
2013-01-01

Abstract

Una pluralità di forme di scrittura e di mezzi di produzione del suono, scaturita dalla sperimentazione musicale nel secondo Novecento, pone all’Analisi musicale il compito di ridefinire l’oggetto della sua indagine, ripensando i metodi e le tecniche che essa ha potuto elaborare mantenendosi entro i confini dei sistemi di notazione. Per rispondere agli interrogativi che le sono congeniali sul modo di articolarsi dell’opera e sul funzionamento delle strategie messe in atto dal compositore, l’analisi della musica contemporanea si deve misurare con una varietà di mezzi espressivi che concorrono alla costituzione di singole opere: forme simboliche di notazione e sintesi elettronica del suono, tecniche di orchestrazione e interazione live con l’elaboratore elettronico. L’intreccio di queste pratiche compositive, dissolvendo ogni quadratura testuale, obbliga a ripensare concetti fondanti l’interpretazione musicale e in primo luogo le nozioni di scrittura e di materiale musicale. Oggi è ormai chiaro che fin dagli anni Settanta la società dell’informazione ha modificato nella sostanza il rapporto della musica con la macchina, il musicista non opera solo 'con' la tecnologia ma 'nella' tecnologia, e si trova ad agire in un plesso di apparati, dispositivi elettronici e strumenti acustici. Ne consegue che le nozioni di scrittura e di materiale non possono prescindere dalla comprensione degli strumenti tecnico-scientifici di elaborazione dell’audio e dell’immagine utilizzati per la composizione, poiché ne sono parte integrante. Si tratta quindi di superare la visione dell’analisi musicale come pura esplicazione finalizzata a produrre enunciati e meri rendiconti dell’opera e aprire alla concezione sistemica la via interpretativa della produzione della conoscenza. Ciò significa porre al centro dei compiti dell’analisi della musica mista la ricostruzione del processo di creazione, coniugato nei vari momenti compositivi e tecnologici in rapporto con l’intero sistema compositivo; essa deve stare alla base di ogni processo d’interpretazione della forma finale dell’opera musicale mista. Il secondo punto essenziale della nostra analisi è dato dal venir meno del principio di causalità logica dell’antecedente e conseguente a vantaggio della ricerca del comportamento e delle retroazioni del sistema compositivo. In termini propriamente strumentali si tratta di sostituire alla decomposizione dell’oggetto dell’analisi tradizionale l’articolazione del progetto sistemico, e quindi alla strategia cartesiana della parcellizzazione rispondere con una strategia di modellizzazione in grado di rendere l’opera intellegibile attraverso una comprensione progettuale: interpretare l’opera rigenerandola (in vitro) in laboratorio. Questo costituisce il vero obiettivo di un’analisi musicale che voglia assumersi il compito di essere un laboratorio di avviamento alla composizione.
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