La nefrocalcinosi è caratterizzata da depositi calcarei nei tubuli renali, costituiti da precipitati insolubili, contenenti principalmente calcio e magnesio. E’ un fenomeno di tipo degenerativo ad andamento cronico, che di norma non provoca tassi elevati di mortalità nei pesci, nei quali può passare anche inosservato. L’eziologia sembra riconducibile a modificazioni dei parametri chimico-fisici dell’acqua e a fattori dietetici. La nefrocalcinosi è stata frequentemente descritta nei Salmonidi, mentre sporadiche sono state le segnalazioni in specie marine allevate. Il presente lavoro vuole descrivere il quadro anatomopatologico causato da eccessivo deposito di precipitati cristallini nei tessuti renali in branzino (Dicentrarchus labrax). A tal scopo sono stati utilizzati 2000 avannotti, aventi un peso medio iniziale pari a 2,4 g., i quali sono stati allevati in vasche di vetroresina, rifornite di acqua di pozzo con salinità 37‰, temperatura 19-19,5°C, pH 7,4 e CO2 13-15 mg/l. Il protocollo ha previsto 11 campionamenti, effettuati nell’arco di quasi due anni: 8 con frequenza mensile e altri 3 nell’arco di un anno (ogni quattro mesi). Ogni campione era costituito inizialmente da 80 soggetti (i primi 8 mesi), in seguito da 40, i quali, dopo l’esame autoptico, sono stati fissati con soluzione di Bouin a +4°C, e, in seguito, sottoposti a esame istologico. La valutazione istologica è stata eseguita su 250 soggetti, considerando differenti parametri riguardanti la morfologia del parenchima renale e la presenza di depositi minerali (DM), tramite un sistema parametrizzato a punteggio. La prevalenza della malattia è stata pari al 100% e i DM di grandi dimensioni, presenti negli ureteri, nei tubuli e dotti collettori, esercitavano un’azione ostruttiva e compressiva alla quale era in genere associato un quadro istopatologico simile a idronefrosi. La persistenza di DM ha causato quadri infiammatori cronici, caratterizzati da aree moderatamente estese di atrofia sclerotica del parenchima renale, con fibrosi interstiziale e infiltrato linfocitario.

Nefrocalcinosi in branzino (Dicentrarchus labrax, L. 1758): aspetti anatomoistopatologici

BERALDO, Paola;GALEOTTI, Marco
2006-01-01

Abstract

La nefrocalcinosi è caratterizzata da depositi calcarei nei tubuli renali, costituiti da precipitati insolubili, contenenti principalmente calcio e magnesio. E’ un fenomeno di tipo degenerativo ad andamento cronico, che di norma non provoca tassi elevati di mortalità nei pesci, nei quali può passare anche inosservato. L’eziologia sembra riconducibile a modificazioni dei parametri chimico-fisici dell’acqua e a fattori dietetici. La nefrocalcinosi è stata frequentemente descritta nei Salmonidi, mentre sporadiche sono state le segnalazioni in specie marine allevate. Il presente lavoro vuole descrivere il quadro anatomopatologico causato da eccessivo deposito di precipitati cristallini nei tessuti renali in branzino (Dicentrarchus labrax). A tal scopo sono stati utilizzati 2000 avannotti, aventi un peso medio iniziale pari a 2,4 g., i quali sono stati allevati in vasche di vetroresina, rifornite di acqua di pozzo con salinità 37‰, temperatura 19-19,5°C, pH 7,4 e CO2 13-15 mg/l. Il protocollo ha previsto 11 campionamenti, effettuati nell’arco di quasi due anni: 8 con frequenza mensile e altri 3 nell’arco di un anno (ogni quattro mesi). Ogni campione era costituito inizialmente da 80 soggetti (i primi 8 mesi), in seguito da 40, i quali, dopo l’esame autoptico, sono stati fissati con soluzione di Bouin a +4°C, e, in seguito, sottoposti a esame istologico. La valutazione istologica è stata eseguita su 250 soggetti, considerando differenti parametri riguardanti la morfologia del parenchima renale e la presenza di depositi minerali (DM), tramite un sistema parametrizzato a punteggio. La prevalenza della malattia è stata pari al 100% e i DM di grandi dimensioni, presenti negli ureteri, nei tubuli e dotti collettori, esercitavano un’azione ostruttiva e compressiva alla quale era in genere associato un quadro istopatologico simile a idronefrosi. La persistenza di DM ha causato quadri infiammatori cronici, caratterizzati da aree moderatamente estese di atrofia sclerotica del parenchima renale, con fibrosi interstiziale e infiltrato linfocitario.
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